La Galleria Giò Marconi dedica una mostra personale ad Emilio Tadini, a vent'anni dalla sua scomparsa.
Dal 4 febbraio al 5 marzo 2022, Gió Marconi a Milano ospita Viaggio in Italia, una mostra dedicata a Emilio Tadini a vent’anni dalla sua scomparsa.
Apparentemente l’arte di Tadini è semplice e immediata, in realtà offre diversi livelli di lettura. Se a primo acchito le immagini trovano riferimenti nel linguaggio Pop, l’interesse dell’artista per l’inconscio e l’irrazionale lo ha indotto a rappresentare scene di frammentazione e alienazione che ricordano il Surrealismo, con riferimenti tanto alla Metafisica di de Chirico quanto alla psicanalisi di Lacan e Freud. Nasceva così il suo Realismo Integrale.
L’approccio seriale alla pittura
Tadini ha sempre avuto un approccio seriale alla pittura: da un’immagine ne nascono altre, con continue modificazioni e alterazioni. Ogni volta l’artista produce un racconto, tanto che, la sua pittura cresce a cicli, come una serie di romanzi a puntate, in cui i soggetti dipinti sono avvolti dal mistero, immobili, in uno spazio in cui il tempo non sembra scorrere.
Sempre presenti, nella serie Viaggio in Italia, sono le figure solitarie e senza testa, già protagoniste di alcuni cicli precedenti, come L’uomo dell’organizzazione (1968) o Vita di Voltaire (1967).
Tadini nelle sue opere utilizza motivi ricorrenti: un elemento piramidale a strisce bianche e nere, una figura femminile in piedi senza testa, un telefono, un cappello coloniale o un rossetto rosso. Attraverso la scelta degli oggetti rende il suo viaggio più concreto. Il suo viaggio italiano riguarda la vita quotidiana contemporanea, come suggeriscono il telefono, le lettere (ci)nema, gli eleganti abiti femminili, i vari oggetti di design o la scultura di Calder.
Nel suo Viaggio in Italia, Tadini crea un dialogo nelle opere tra iconici riferimenti all'antichità e gli ambiti del design, dell’arte, della cultura, della moda e dello stile contemporaneo. Unendo nella sua visione italiana il passato con la modernità.
In occasione della mostra, è stato presentato il catalogo "Emilio Tadini. La realtà dell’immagine 1968-1972" di Francesco Guzzetti, edita da Fondazione Marconi, in collaborazione con l’Archivio Emilio Tadini.
Breve biografia
Emilio Tadini (Milano, 1927 - Milano, 2002).
Dopo l’iniziale realismo esistenziale, l’artista negli anni sessanta, subisce il fascino della “Pop Art” inglese (meno nota di quella statunitense), dalla pittura di De Chirico e Picasso e sviluppa un linguaggio sempre più raffinato, originale di onirico di figurazione. Il suo lavoro si sviluppa in diversi cicli pittorici.
La sua prima esposizione personale è del 1961 alla Galleria del Cavallino di Venezia e il suo primo collezionista è Tancredi Parmeggiani. Ma l’inizio della sua ascesa artistica avviene con la partecipazione alla collettiva presso lo Studio Marconi nel 1965, della quale fecero parte anche altri tre grandi: Mario Schifano, Valerio Adami e Lucio Del Pezzo.
Tiene esposizioni personali all’estero, Parigi, Stoccolma, Bruxelles, Londra, Anversa, Stati Uniti e Sudamerica, sia in gallerie che in spazi pubblici e musei.
Nel 1978 e nel 1982 viene invitato alla Biennale di Venezia.
Nel 2001 la città di Milano gli ha reso omaggio con una mostra antologica “Emilio Tadini: Opere 1959/2000”, a Palazzo Reale, all’interno della quale esponenti del mondo della cultura quali Umberto Eco, Arturo Carlo Quintavalle, Alan Jouffroy gli hanno reso l’ultimo omaggio.
Oltre che pittore, è stato uno scrittore e traduttore. Ha scritto diversi saggi, romanzi e raccolte di poesie. E' stato anche presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera dal 1997 al 2000.
Le opere di Emilio Tadini sono attualmente nelle collezioni dei maggiori musei europei, tra cui il Museo del Novecento e il Museo della Permanente di Milano.