Alighiero Boetti
BIOGRAFIA, PRINCIPALI ESPOSIZIONI, MUSEI E QUOTAZIONI DELLE OPERE DI ALIGHIERO BOETTI
Biografia di Alighiero Boetti
Alighiero Boetti nasce nel 1940 a Torino.
Interrotti gli studi universitari, intraprende la carriera di artista autodidatta, diventando uno degli artisti di rifermento del movimento dell'Arte Povera (di cui fecero parte Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio).
Nel 1962 si trasferisce a Parigi, dove risiede per quasi due anni, li impara la tecnica incisoria nello studio di Jhonny Friedlaender. Rientrato a Torino nel 1964 continua ad approfondire la tecnica dell'incisione, ma nel contempo sviluppa una serie di disegni a china su carta di apparecchiature industriali e oggetti d'uso quotidiano.
Nel 1966, Alighiero Boetti si avvicina ed inizia a frequentare le gallerie d'avanguardia di Gian Enzo Sperone e Christian Stein, in cui conosce alcuni giovani artisti torinesi come Gilardi, Piacentino, Mondino, Pistoletto e Paolini. Proprio con Giulio Paolini, strigerà un'amicizia ed un'intesa particolare.
In quegli anni, a partire dal 1967, partecipa a tutte le collettive organizzate tra Torino, Genova e Milano, che segnano la nascita dell'Arte Povera.
Nel 1969 alla Kunsthalle di Berna inaugura la mostra collettiva "When Attitude Become Form", che consacra e segna il momento più alto toccato dal movimento dell'Arte Povera, questo consentirà d'ora in poi ai suoi singoli artisti di percorrere ognuno il proprio percorso artistico a livello internazionale. Tra di loro Boetti appunto è uno dei primi a distaccarsene e a trovare una propria indipendenza artistica.
Nello stesso anno inizia la serie dei "Viaggi postali", che si conclude nel 1970. Sul finire dello stesso anno, inizierà un lavoro di classificazione dei mille fiumi più lunghi del mondo, il progetto vide la sua completa realizzazione nel 1977 con l'edizione di un volume in 500 esemplari.
Dal 1971 intraprende una serie di viaggi dall'America all'Oriente e quasi per caso arriva in Afghanistan, dove rimarrà per più di un mese. A Kabul scopre e realizza il primo ricamo su tessuto. A Settembre dello stesso anno, torna insieme alla moglie in Afghanistan per realizzare il progetto della Mappa, in cui è rappresentato il planisfero ed ogni nazione è tessuta nei colori della propria bandiera.
Intrecciando rapporti con le comunità locali, avviando alcune attività imprenditoriali. Inaugura il One Hotel a Kabul ed avvia con delle giovani ricamatrici del luogo una factory per i ricami (i celebri arazzi).
Boetti tornerà in Afghanistan almeno due volte l'anno fino al 1979, anno in cui l'Unione Sovietica invade il paese, questo evento segnerà la chiusura del One Hotel e della fabbrica per i ricami. La produzione di ricami continuerà in modo limitato durante negli anni di guerra, nel 1985 Boetti compie un viaggio in Pakistan a Peshawar, dove incontra alcune ricamatrici fuggite dall'Afghanistan, grazie a loro può riprendere la produzione degli arazzi dal 1988.
Importante fu l'amicizia nata con Frédéric Bruly Bouabré negli anni '90, nell'occasione della mostra "Magicien de la terre" a Parigi, viene riconosciuta una sottile affinità poetica tra i due artisti.
Mentre si lavorava ad una mostra che coinvolgeva i due artisti, prevista nel 1994 a New York, Boetti e Bouabré si incontrarono per la prima volta a Parigi nel marzo del '93. L'intesa tra loro nacque da subito e mentre si portava avanti il progetto, fu deciso che ognuno avrebbe dovuto fare visita a casa dell'altro. Così Boetti si recò prima ad Abidjan, dove viveva Bruly e poi nel suo villaggio natale.
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Alighiero Boetti e Frédéric Brouly Bouabré – foto di Caterina Raganelli Boetti
Nonostante i problemi per Boetti di relazionarsi con la cultura africana, con grande onestà riconosceva che "Nel caso di Frédéric Bruly Bouabré è tutto l’opposto. Con il suo formato cartolina e la continuità temporale nel suo lavoro, egli sposta la sua attenzione dovunque, può fare tutto. Parla un linguaggio essenziale e parla di tutto (…) L’idea è comunque sempre la stessa: creare un sistema, un mondo in cui le scoperte sulla vita le sue meraviglie possono essere riprodotte, mettendo in risalto il prodigioso potenziale del nostro cervello, della nostra immaginazione”.
Di li a poco, Alighiero Boetti morirà, ma la mostra “Worlds envisioned”, comunque si tenne negli Stati Uniti alla DIA Foundation ed il figlio Matteo scrive: “Pochi giorni prima di spostarsi in Paradiso, Alighiero mi diceva per l’ennesima volta quanto fosse felice di far questa mostra con Bruly, suo fratello africano (…) Era affascinato dal confronto con lui, così lontano geograficamente, così unico nella sua relazione con il sacro, con il mistero. Eccoli qui oggi, più differenti che mai tra loro, il medicine man nero, vivo, e il medicine man bianco, quel shaman-showman, ora probabilmente sopra i laghi afghani nel paese tanto amato. Ma hanno in comune un particolare rispetto dell’invenzione e dell’intelligenza, una stessa generosità nella parola, nel fare, nel rivelare la bellezza e i suoi meccanismi”.
Dopo una lunga malattia, Alighiero Boetti muore a Roma il 24 aprile 1994.
Principali esposizioni di Alighiero Boetti
Durante la sua carriera ha è stato protagonista di più di 1200 mostre nel mondo.
Nel 1967 è protagonista della sua prima mostra personale alla galleria Christian Stein di Torino. La seconda personale sarà a dicembre dello stesso anno presso La Bertesca di Genova.
A luglio dello stesso anno, partecipa alla collettiva "Confronti", alla galleria Christian Stein, in cui sono presenti opere di Fontana, Klein, Manzoni, Kounellis, Fabro, Paolini, Twombly, Merz, Mondino.
Nel 1971 partecipa alla 7a Biennale di Parigi, nella sezione italiana curata da Achille Bonito Oliva.
Nel 1972 partecipa ad aprile alla collettiva "De Europa" da John Weber a New York; in estate alla XXXVI Biennale di Venezia ed infine a Documenta 5 di Kassel.
Il 1973 è l'anno della partecipazione alla X Quadriennale di Roma.
A partire dal 1974 avranno luogo le sue prime mostre di New York, dove viene incluso all’esposizione "Eight Contemporary Artist" del Museum of Modern Art.
Nel 1974 partecipa alla XIII Biennale di San Paolo.
Nel 1978 è invitato per la seconda volta alla Biennale di Venezia, in occasione della 38a edizione.
Nel 1979 è incluso nella mostra "New works. Alighiero Boetti, Paolo Icaro, Mario Merz, Giulio Paolini, Michele Zaza" alla Hal Broom di New York.
Nel 1980 è per la terza volta invitato alla XXXIX Biennale di Venezia, nella sezione dedicata all'arte degli anni Settanta.
Nel 1982 viene invitato a Documenta Kassel 7.
Nel 1986 la mostra antologica "Alighiero e Boetti. Insicuro noncurante", si svolge al Musée de Lyon Villeurbanne,
successivamente riproposta a Nizza presso Villa Arson e ad Eindhoven allo Stedelijk Van Abbemuseum.
Nel corso dell'anno viene invitato a partecipare per la terza volta alla Biennale di Venezia, in occasione della XLII edizione.
Nell'estate del 1987 partecipa alla collettiva "Similia dissimilia, modes of abstraction", presso la Städtische Kunsthalle di Düsseldorf, l'esposizione in autunno viene ripresentata in tre spazi a New York: al Wallach Fine Arts Center della Columbia University, nella Galleria Leo Castelli e in quella di Ileana Sonnabend. Mentre a dicembre, la Galleria John Weber dedica a Boetti una mostra personale.
Nel 1989, a Parigi si svolge la storica esposizione "Magicien de la terre", presso il Centre Georges Pompidou. Un'esposizione globale alla quale furono invitati a partecipare circa cento artisti provenienti da tutto il mondo che presentavano opere fino ad allora sconosciute alla cultura occidentale.
Foto dall'inaugurazione di "Magicien de la Terre" al Centre Georges Pompidou. Il sufi Barang, Esther Mahlangu e Alighiero Boetti. Foto di Andrè Magnin.
Nel 1990 Alighiero Boetti è invitato alla XLIV Biennale di Venezia.
Nel 1992 si svolge un'importante personale al Kunstverein di Bonn, che prosegue nelle sedi di Münster e Lucerna.
Nel 1993 Alighiero Boetti espone alla XLV Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia, la grande opera realizzata per Gibellina nel 1985. Nello stesso anno si svolge la mostra "Trésors de voyage" nella quale parteciperà insieme a Frédéric Bruly Bouabré.
A novembre dello stesso anno, nonostante le condizioni di salute ormai precarie, riesce ad essere presente all'inaugurazione dell'importante mostra "De bouche à oreille" al Magazin de Grenoble, dove esporrà la famosa serie dei Khilim. Dopo la morte di Boetti, nel 1994 la mostra verrà riproposta al MOCA Museum di Los Angeles con l'installazione dei 50 khilim in "alternating from 1 to 100 and vice versa", la stessa poi si sposterà al MoMA PS1 di New York. Quell'autunno del 1994 fu una celebrazione postuma a New York di Alighiero Boetti, protagonista di quattro mostre museali. In contemporanea alla mostra del MoMA PS1, era in corso "Worlds envisioned" alla DIA Foundation, la mostra che vedeva le sue opere in dialogo con quelle di Frédéric Bruly Bouabré; "Mapping" era in corso al MoMA e "The Italian Metamorphosis" al Guggenheim Museum.
Nel 2001 la Biennale di Venezia ha dedicato un omaggio postumo all'artista.
Nel 2012 si è svolta "Game plan", quella che può essere considerata la più grande mostra retrospettiva dedicata a Boetti, svoltasi al MoMA di New York, alla Tate di Londra e al Museo Reina Sofia di Madrid.
Alighiero Boetti | Analisi di mercato
Le opere di Alighero Boetti sono riconosciute a livello internazionale ed hanno un mercato mondiale.
Tra le gallerie che sostengono e propongono i suoi lavori vi sono alcune tra le più importante a livello mondiale come la Galleria Tornabuoni, Ben Brown Fine Art, Robilant e Voena, la Gladstone Gallery. Di conseguenza è frequente ritrovare opere nelle più importanti fiere d'arte al mondo.
Pur essendo un artista legato all'Arte Povera, i suoi lavori più conosciuti e collezionati sono i cosiddetti "Arazzi" e le "Mappe".
Le quotazioni per queste opere negli ultimi anni sono state in continuo rialzo, l'attuale record price è stato stabilito nel 2022 per una "Mappa" venduta alla Sotheby's di New York per quasi $ 9.000.000.
Come premesso all'inizio di questo breve approfondimento sul mercato di Alighiero Boetti, le sue opere hanno un riscontro internazionale, con le vendite più importanti registrate negli Stati Uniti, Regno Unito e Italia.
Alighiero Boetti | Nei musei
Le sue opere sono attualmente nelle collezioni di più di 50 musei, tra i quali:
STATI UNITI
- MOMA – The Museum of Modern Art, New York
- Hirshhorn Museum and Sculpture Garden | Smithsonian, Washington
- David Winton Bell Gallery at Brown University, Providence, Rhode Island
- Glenstone Foundation, Potomac
- Dallas Museum of Art, Dallas
- Rachofsky Collection, Dallas
- LACMA | Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles
- MOCA – Museum of Contemporary Art, Los Angeles
- Walker Art Center, Minneapolis
- Center for Curatorial Studies, Annandale-on-Hudson
- Philadelphia Museum of Art, Philadelphia
ITALIA
- Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma
- MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
- Museo Madre, Napoli
- Museo di Gibellina, Gibellina
- MAMbo, Bologna
- CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, Parma
- GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino
- Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Torino
- Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, Torino
- Fondazione CRT, Torino
- Associazione Fondo Fondo Giov-Anna Piras, Asti
- Fondazione Prada, Milano
- Fondazione Mudima, Milano
- Museo del 900, Milano
- MART - Museo D'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto
- Fondazione Museion, Bolzano
- Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, Vicenza
- Museo Casabianca, Malo
- Palazzo Grassi, Venezia
FRANCIA
- Centre Georges Pompidou, Parigi
- Fondation Carmignac, Parigi
- Fondation Cartier pour l'Art Contemporain, Parigi
- Pinault Collection, Parigi
- LaM, Lille Métropole Musée d'art moderne d'art contemporain et d'art brut, Villeneuve-d'Ascq
- Musée des beaux-arts, Nantes
- FRAC Bourgogne – fonds régional d’art contemporain de Bourgogne, Dijon
- Musee Departemental D Art Contemporain Chateau De Rochechouart, Rochechouart
- FRAC Rhône–Alpes – Institut d’art contemporain / Nouveau Musée, Villeurbanne
- Musée d’Art Moderne, Saint-Etienne
BELGIO
- Fondation Belgacom, Bruxelles
AUSTRIA
- Mumok, Vienna
SPAGNA
- Museo nacional centro de arte reina Sofia, Madrid
- Fundació Suñol, Barcellona
GERMANIA
- MMK Museum of Modern Art, Francoforte sul Meno
- Goetz Collection, Monaco di Baviera
- LWL - Landesmuseum für Kunst und kulturgeschichte, Münster
SVIZZERA
- Migros Museum of Contemporary Art, Zurigo
- Nestlé Foundation for Art, Losanna
- Municipal Fund for Contemporary Art (FMAC), Ginevra
- Ghisla Art Collection, Locarno
LIECHTENSTEIN
- Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz
GRAN BRETAGNA
- Tate Britain, Londra
SVEZIA
- Moderna Museet, Stoccolma
ISRAELE
- Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv
GIAPPONE
- Toyota Municipal Museum of Art
OLANDA
- Stedelijk Museum, Amsterdam
CANADA
- National Gallery of Canada, Ottawa
BRASILE
- Inhotim Collection, Minas Gerais
ARGENTINA
- Fundación Proa, Buenos Aires
AUSTRALIA
- Museum of Contemporary Art, Sydney